martedì 16 agosto 2011

Grande gioia di rivivere i ricordi del mio gelso - " Toot " !


Cari miei lettori questi gelsi che vedete gli abbiamo raccolti durante la festa dei rifugiati a Tessera Centro Boa vicino a Venezia dove vivono i ragazzi rifugiati aiutati dal comune di Venezia.

Il giorno 20 di giugno è la giornata mondiale di rifugiati e io per quella occasione essendo interprete per il comune di Venezia per i rifugiati iraniani e afghani, ho partecipato all'incontro a Palazzo Cà Farsetti di Venezia e quel giorno ho avuto immenso piacere e onore di conoscere la scrittrice Antonia Arslan, grande donna che ha raccontato la storia commovente e affascinante del suo nonno armeno che a 13 anni si è rifugiato a Venezia e ci ha raccontato le cose comuni che tutti quelli che lasciano loro paese di origine possono trovare vivendo fuori dalla loro patria.

E poi il giorno 23 Giugno c'era la festa dei rifugiati, era un grande piacere rivedere i ragazzi iraniani e afghani che avevo conosciuto durante loro arrivo e vedere che erano abbastanza contenti della loro situazione a confronto di qualche mese fa quando erano arrivati in Italia.
E vorrei raccontarvi la mia gioia di rivivere i miei ricordi di gelso in Iran. Una frutta che in Italia non si mangia normalmente e noi andavamo pazzi per i toot dolci e succosi.

Quella sera dopo la cena i ragazzi iraniani ci hanno invitato ( io e altri 5 amici ) nella loro stanza per bere il tè, come si usa da noi in Iran una cena o un pranzo finisce sempre con un bel ciai, come caffè in Italia. 
E io ho chiesto: ragazzi per caso avete toot  (il gelso essicato che si mangia a posto di zuchero bevendo il tè ) e loro mi hanno detto toot secchi non ce l'abbiamo ma se vuoi toot freschi qui in campo ce ne sono tanti alberi, noi li raccogliamo sempre. Non ci potevo credere che dopo 27 anni che sono via dal mio paese di aver trovato ancora gli alberi di gelso, in realtà non ero mai in cerca e continuavo di vivere con i miei riccordi da bambina quando andavamo a fare le gite fuori Teheran, c'erano tanti alberi di gelso, mettevamo chador di cottone di qualche signora sotto l'albero e movendo i rami venivano giu tanti e era una gioia mangiarli freschi con loro profumo e dolcezza. Allora con i ragazzi siamo andati in campo a riprendere i gelsi bianchi, una gioia grandissima !  









Erano così tanti che dopo averli  mangiato in continuazione durante la roccolta i ragazzi mi hanno riempito una borsa grande di gelsi per portare a casa, e a casa li mangiavo ancora mentre li lavavo per metterli in freezer.


Come vedete in questa foto questi sono i gelsi bianchi essicati che da noi si mangiano bevendo il tè a posto di zolette di zucchero. 

E vorrei finire con un tratto del bellissimo libro di Antonia Arslan, dopo il 20 giugno che l'ho conosciuta di persona non smetto di adorarla e apprezzarla come donna e come scrittrice. Il suo primo romanzo "La masseria delle allodole" è la storia del popolo armeno, vittima del primo genocidio del ventesimo secolo, sopravvissuto grazie al coraggio delle sue donne straordinarie.

" Dopo tanti anni, è nell'odoroso interno brulicante di gente che mi sento a casa, nel caldo nido di una volta: non estranea, non ospite, ma passeggera in attesa di un treno di cui non conosco l'orario. So soltanto che da qui passerà, da questa grande stazione dove nessuno è straniero, e un grande cuore ancora batte per segnarci il cammino. Qui vorrei finire il mio tempo, appoggiata a un gradino consumato dai passi degli uomini, perché Qualcuno mi accetti, per non svanire nel nulla, e transitare verso la luce, con la mano nella mano del mio amico Antonio il Portogese, detto Antonio di Padova, il Santo col fiore di giglio in mano. "

2 commenti:

  1. cioao,complimenti per il blog...anch'io sono iraniana e con un sacco di ricordi sul sapore dolce di gelso

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    1. Ciao Parisa azizam sono felice di conoscerti io di solito vivo a Venezia ma adesso da un mese sono con la mia famiglia a Toronto dove vivono di solito e cucino per loro. Ti auguro di cuore che Inshallah presto trovi i tuoi nipotini e cucini per loro.
      Un grande abbraccio! Inshallah hamishe shad va salamat bashi. Shohreh

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